sabato 14 gennaio 2017

Guida DSA DOMANDE FREQUENTI DEI GENITORI E DEGLI INSEGNANTI

La Dislessia a ScuolaDomande Frequenti dei Genitori 

Cosa fare con la scuola in caso di diagnosi di DSA (Disturbo Specifico dell'Apprendimento)?Dovrete consegnare subito la diagnosi alla scuola (sia che sia stata rilasciata da un privato che dalla Asl), farla protocollare e richiedere il PDP. 
Controllate che la diagnosi rispetti criteri adeguati. Per risultare utile alla scuola e alla famiglia, infatti, il documento dovrà contenere l’esatta dicitura dei disturbi caratterizzanti l’apprendimento del bambino/ragazzo (dislessia, disgrafia, disortografia, discalculia), i punteggi ottenuti dal bambino/ragazzo ai test, gli strumenti compensativi e le misure dispensative di cui ha bisogno per essere messo nelle medesime condizioni di apprendimento dei compagni. 
Tra gli esempi di strumenti compensativi ci sono il computer con la sintesi vocale, la calcolatrice, le mappe concettuali o mentali, la tabella delle formule, i dizionari digitali,il registratore etc. 
Tra le misure dispensative potrà essere indicato un minore carico di compiti a casa, la concessione di tempi aggiuntivi per l’esecuzione delle verifiche scritte (o, in alternativa e comunque nell’ambito degli obiettivi disciplinari, verifiche con minori richieste), la dispensa dalla lettura a voce alta, la limitazione dell’apprendimento esclusivamente mnemonico.
Cos’è il PDP? 
È il Piano Didattico Personalizzato, previsto dalla legge 170/2010 e nel decreto attuativo 5669/2011. Serve a garantire il diritto allo studio di alunni e studenti con DSA.  
Il PDP è un "contratto condiviso" fra docenti, istituzione scolastiche, istituzioni socio-sanitarie e famiglia utile a individuare e organizzare un percorso personalizzato. All'interno del PDP devono essere definiti tutti i supporti e gli accorgimenti necessari a realizzare il successo scolastico degli alunni con DSA. Si tratta, quindi, di un progetto educativo e didattico personalizzato, cioè di un intervento commisurato alle potenzialità dell’alunno che rispetti i suoi tempi di apprendimento e ne valuti i progressi rispetto alle abilità di partenza. 
Deve essere redatto dal Consiglio di Classe entro la fine del primo trimestre, coinvolgendo la famiglia e, se possibile, il tecnico che ha rilasciato la diagnosi. Deve contenere indicazioni sugli strumenti con cui si intende sostenere il ragazzo nel percorso di studio (comprese le misure dispensative e gli strumenti compensativi). 
La valutazione periodica, in corso d’anno, e quella finale, in sede d’esame, deve essere coerente con gli interventi pedagogico-didattici previsti nel PDP. È preferibile che la famiglia richieda la stesura del Piano Didattico Personalizzato con una lettera, da consegnare assieme alla diagnosi. 
Cosa fare se la scuola rifiuta di compilare il PDP o se la prassi quotidiana non rispetta quanto è stato stabilito? 
Fate presente al Dirigente Scolastico (garante del diritto allo studio nell’istituto di appartenenza), al Coordinatore di classe ed al Referente per la dislessia della scuola (qualora sia presente) che la scuola sta violando la legge e che vi vedrete costretti a rivolgervi all’Ufficio Scolastico Regionale. Eventualmente si possono intraprendere anche le vie legali. 
Se dopo l’incontro con il Dirigente non ci saranno modifiche di comportamento, consigliamo di rivolgersi al servizio legale dell’AID per una consulenza. 
Potete inoltre rivolgervi all’Ufficio Integrazione/Sostegno alla Persona dell’Ufficio Scolastico Provinciale e/o all’Ufficio Scolastico Regionale, facendo presente la violazione dei diritti del ragazzo. 

Che rapporti avere con i professori? 
È sempre opportuno avere un atteggiamento collaborativo e presentarsi frequentemente ai colloqui. Le linee guida del Decreto Attuativo 5669/2011 della legge 170/2010 prevedono incontri a cadenza mensile o bimestrale. Dimostrate ai professori che tenete molto all’andamento scolastico di vostro figlio e che lo seguite nel lavoro a casa. 
Accettate tutti i suggerimenti offerti e cercate a vostra volta di spiegare sempre meglio quali sono le principali difficoltà di vostro figlio.
Un ragazzo con DSA ha diritto all’insegnante di sostegno? 
No, secondo la legge 170 i ragazzi con DSA vengono seguiti dagli stessi insegnanti della classe. Il sostegno è previsto dalla legge 104 che non comprende i disturbi specifici dell'apprendimento, a meno che questi non siano associati ad una patologia o a un disturbo di altro tipo.

La Dislessia a ScuolaDomande Frequenti degli Insegnanti
Il mio alunno (con diagnosi di disturbo della lettura o segnalato come a rischio) commette diversi di errori ed è lento. Faccio bene ad insistere a farlo leggere tante volte ad alta voce?No, insistere serve solo a stancarlo e non risolve le sue difficoltà. Inoltre, non bisognerebbe obbligarlo a leggere ad alta voce in classe, per non metterlo a disagio di fronte ai compagni. 
Solo stimolandolo, rispettando i suoi tempi e creando un clima sereno all’interno della classe l’alunno potrà sentirsi a proprio agio. In caso lo studente chiedesse di sua volontà di leggere, permettetegli di farlo, sempre rispettando i suoi tempi e stando attenti che i compagni non lo prendano in giro.
Il mio alunno (con diagnosi di disortografia o segnalato come a rischio) commette molti di errori nello scrivere. Faccio bene a fare ricopiare ciò che ha sbagliato ma riscritto in modo corretto?
No. Serve riguardare assieme gli errori, per cercare di capire la forma corretta. La copiatura è uno sforzo inutile, tanto che spesso è prevista anche la dispensa per la copiatura alla lavagna. Se in aula viene utilizzato il PC, può essere utile usare il correttore ortografico, magari selezionando con molta attenzione le singole parole.
Il mio alunno ha difficoltà nella memorizzazione delle tabelline e delle regole. Cosa posso fare?
Alcuni ragazzi con Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA) hanno difficoltà a memorizzare regole e formule. In tal caso è necessario dispensarli dallo studio memonico e permettergli di utilizzare tabelle di regole, formulari, mappe concettuali, sempre tenendo conto delle indicazioni presenti nella diagnosi e riportata nel Piano Didattico Personalizzato (PDP).
Il mio alunno chiede di utilizzare mappe e computer. Devo permettergli di utilizzarli?
Sì. I bambini e ragazzi con DSA possono utilizzare a casa, come a scuola, gli strumenti compensativi e dispensativi previsti nel Piano Didattico Personalizzato (PDP) sulla base della loro diagnosi. Come specificano le Linee Guida del 2011, “tali strumenti sollevano l’alunno o lo studente con DSA da una prestazione resa difficoltosa dal disturbo, senza peraltro facilitargli il compito dal punto di vista cognitivo”. Sarebbe opportuno aiutarli a diventare man mano indipendenti nell’utilizzo di questi strumenti.
Il mio alunno con DSA o segnalato come a rischio ha grosse difficoltà nello studio della lingua straniera. Cosa posso fare?
Generalmente il problema è meno evidente nella scuola primaria, perché l’approccio ludico utilizzato in questo grado di scuola è quello adeguato ai ragazzi con DSA. A livello di scuola secondaria, invece, l’apprendimento della lingua straniera per i ragazzi con DSA dovrebbe privilegiare la forma orale rispetto a quella scritta.
Nelle Linee Guida del 2011 al punto 4.4 vi sono alcuni indicazioni utili per quanto concerne l’insegnamento della lingua straniera. 
Se nella diagnosi lo specialista ha indicato che è necessario dispensare il ragazzo dalla valutazione delle prove scritte è bene sostituire tali prove con un’interrogazione orale. Questa modalità non compromette la validità del diploma, in quanto si tratta di dispensa e non di esonero: il ragazzo affronterà comunque tutti gli argomenti, con una semplice modalità di verifica diversa. 
Capita spesso che i ragazzi con DSA abbiano più difficoltà a scrivere, soprattutto nelle lingue non trasparenti. In tal caso è opportuno prestare attenzione alla strutturazione della verifica, in modo da rendere più chiara possibile la consegna, senza agglomerare diverse tipologie di conoscenze in un unico esercizio. 
In generale è buona prassi prevedere una compensazione orale dove l’insufficienza nello scritto sia imputabile al DSA e non alla mancanza di studio.
Devo far usare il vocabolario per la ricerca di termini durante la svolgimento dei compiti?
In presenza di DSA è meglio ricorrere all’uso del vocabolario informatico. Diminuendo la fatica dell’orientamento nel vocabolario cartaceo si lascia un po’ più di energia per la curiosità intellettuale.
Come si valuta uno studente dislessico?
Per la valutazione, oltre alla legge 170/2010, c’è anche il DM 5669 Luglio 2011 che all’art.6 parla di Forme di Verifica e Valutazione. Al punto 1 afferma che “la valutazione scolastica, periodica e finale, degli alunni e degli studenti con DSA deve essere coerente con gli interventi pedagogico-didattici di cui ai precedenti articoli.”
Nell’articolo 6 del DM luglio 2011 troviamo indicazioni utili per quanto riguarda le forme di verifica e di valutazione degli studenti con DSA. La valutazione e le modalità di verifica devono essere in linea con il PDP del ragazzo e tutelate dalla legge 170/2010. Premettendo che deve essere concesso di dimostrare a pieno il livello di apprendimento raggiunto, mediante l’applicazione di tutte le misure che determinano le condizioni ottimali per l’espletamento delle prove da valutare, bisogna prestare attenzione anche a altri fattori.
In linea di massima si può affermare che bisognerebbe valutare il contenuto più che la forma. Questo significa, ad esempio, considerare l’esposizione e la capacità di elaborazione dei contenuti invece che gli errori ortografici nel tema di un ragazzo disortografico. Allo stesso modo, nelle prove di matematica, bisognerebbe comprendere se è stato eseguito correttamente il procedimento di calcolo al di là degli errori nel risultato. Alla base di una corretta capacità di valutazione restano la conoscenza della persona e la verifica degli errori ricorrenti, utili a comprendere in cosa consistono gli errori tipici del distrubo specifico d'apprendimento.
Dove un’insufficienza nello scritto è imputabile a un DSA, e non alla mancanza di studio, è opportuno prevedere una compensazione orale.
Il mio alunno con DSA, spesso, impiega molto tempo a fare i compiti. Cosa è utile fare?
È probabile che il tempo dipenda dalla quantità dei compiti. Come strumento dispensativo, è possibile diminuire il “carico” del lavoro a casa. Ad esempio si può dispensare dalla lettura integrale di un testo o usare un audio libro.
Visto che non “riesce”, serve fargli fare qualche esercizio in più?
No. È giusto lasciare tempo alle attività extra-scolastiche.
Citando le Linee Guida del 2011: "consentire all’alunno o allo studente con DSA di usufruire di maggior tempo per lo svolgimento di una prova, o di poter svolgere la stessa su un contenuto comunque disciplinarmente significativo ma ridotto, trova la sua ragion d’essere nel fatto che il disturbo li impegna per più tempo dei propri compagni nella fase di decodifica degli items della prova. A questo riguardo, gli studi disponibili in materia consigliano di stimare, tenendo conto degli indici di prestazione dell’allievo, in che misura la specifica difficoltà lo penalizzi di fronte ai compagni e di calibrare di conseguenza un tempo aggiuntivo o la riduzione del materiale di lavoro. In assenza di indici più precisi, una quota del 30% in più appare un ragionevole tempo aggiuntivo."
È consigliabile far impartire ripetizioni?
Vale lo stesso discorso per tutti gli studenti, con DSA e non.
Se l’insegnante privato deve diventare colui che si sostituisce allo studente, allora non serve affatto. Se si effettua un intervento metodologicamente corretto, volto all’acquisizione di strategie di studio, può essere utile. 
Nel caso di uno studente con DSA è importante imparare il prima possibile a utilizzare gli strumenti compensativi. Un tutor o un doposcuola specializzato possono aiutare il ragazzo ad individuare un percorso e un metodo di studio funzionale alle proprie capacità.
Sono utili i software come sintetizzatori vocali, creatori di mappe concettuali, ecc?
Sì, sono un’ottima scelta. Aiutano lo studente a diventare autonomo nello studio.
Gli strumenti compensativi funzionali e necessari sono indicati dallo specialista in base alla diagnosi. Questi strumenti, che possono comprendere sintetizzatori vocali e creatori di mappe concettuali, permettono allo studente di diventare autonomo nello studio.
Come far capire agli altri ragazzi perché lui può essere facilitato?
È bene tener presente che gli strumenti compensativi e le misure dispensative non sono facilitazioni. Come specificato nelle linee guida, queste accortezze non semplificano lo sforzo cognitivo necessario allo svolgimento dei compiti o delle prove, ma consentono ai ragazzi con DSA di essere alla pari dei propri compagni.
È importante che il ragazzo con DSA non si senta a disagio in classe e coi compagni, altrimenti si corre il rischio che rifiuti l’utilizzo degli strumenti compensativi. Questa scelta, spesso dettata dal desiderio di non volersi sentire diverso, andrebbe a compromettere il rendimento scolastico e, di conseguenza, l’autostima.
Ci sono film e libri sulla dislessia che possono essere introdotti alla classe per far comprendere di cosa si tratta. 
In linea generale, estendendo la didattica inclusiva a tutta la classe, il ragazzo con DSA ha maggiori possibilità di non essere visto come un diverso dai suoi compagni.
Cos'è la Dislessia? Domande Frequenti degli Insegnanti
Come si riconosce un probabile Disturbo Specifico dell'Apprendimento in uno studente non certificato?
Occorre prestare attenzione ad una lettura lenta e/o ricca di errori. Anche la scrittura potrebbe essere stentata e presentare errori di ortografia. 
Altri segnali possono essere gli errori di calcolo, una generale difficoltà nelle attività che richiedono l'uso di apprendimento mnemonico (es. tabelline) e problemi nell’imparare i rudimenti delle lingue straniere. Questi segnali, che possono occorrere singolarmente o assieme, sono da considerare come campanelli d'allarme di un probabile DSA.
Noto che uno dei miei alunni ha molte difficoltà nella lettura e nella scrittura. Cosa devo fare?
Consigliamo un periodo di osservazione degli alunni e delle loro difficoltà, per cercare di sostenerli in un tentativo di recupero delle abilità che potrebbero non aver ancora acquisito. 
Nel caso le difficoltà dovessero persistere, provi a parlarne con la famiglia. Se lo ritiene, potrà anche consigliare di prendere appuntamento con uno specialista per fare dei test.
Consigliamo anche di confrontarsi e condividere i propri dubbi coi colleghi del consiglio di classe: sentito il loro parere, e se la scuola non ha previsto una procedura diversa riportata nel POF, proceda con la famiglia. Dal confronto con altri insengnanti della classe potrebbero emergere elementi interessanti per una più efficace valutazione del caso.
La famiglia ha consegnato diagnosi Distrubo Specifico dell’Apprendimento (DSA). Cosa dobbiamo fare?È necessario predisporre un Piano Didattico Personalizzato (PDP) per lo studente, seguendo le indicazioni presenti nella diagnosi. Se l’alunno è nella vostra classe per il primo anno, mentre attendete di predisporre il PDP provate a capire quali strategie sono più funzionali alle sue caratteristiche. Anche grazie al confronto coi colleghi e la famiglia, sarà più facile sviluppare un Piano Didattico Personalizzato efficace.
Come si fa a capire cosa è più funzionale a un alunno con diagnosi DSA?Dovrebbero essere presenti delle indicazioni nella diagnosi. Se ci fossero dei dubbi è possibile organizzare un incontro con lo specialista che ha redatto la diagnosi, in modo da capire quali sono le strategie più idonee da adottare con l’alunno.

Chi sono i DSA? DEFINIZIONE








 .








I disturbi specifici dell'apprendimento (DSA)
I DSA sono disturbi del neurosviluppo che riguardano la capacità di leggere, scrivere e calcolare in modo corretto e fluente che si manifestano con l'inizio della scolarizzazione.
In base al tipo di difficoltà specifica che comportano, i DSA si dividono in: 

DISLESSIA:

disturbo specifico della lettura che si manifesta con una difficoltà nella decodifica del testo;

DISORTOGRAFIA:

disturbo specifico della scrittura che si manifesta con difficoltà nella competenza ortografica e nella competenza fonografica;

DISGRAFIA:

disturbo specifico della grafia che si manifesta con una difficoltà nell'abilità motoria della scrittura;

DISCALCULIA:

disturbo specifico dell'abilità di numero e di calcolo che si manifesta con una difficoltà nel comprendere e operare con i numeri.
Questi disturbi  dipendono dalle diverse modalità di funzionamento delle reti neuronali coinvolte nei processi di lettura, scrittura e calcolo.
Non sono causati né da un deficit di intelligenza né da problemi ambientali o psicologici o da deficit sensoriali.




Per saperne un po' di più
In Italia la dislessia è ancora poco conosciuta, anche se si stima che ci sia almeno un alunno con un DSA per classe.
Leggere, scrivere e calcolare per noi sono atti così semplici ed automatici che risulta difficile comprendere le difficoltà che riscontrano i bimbi o i ragazzi dislessici.
Spesso questi ragazzi vengono erroneamente considerati svogliati e la loro intelligenza spiccata dà il via a valutazioni come "è intelligente ma non si applica".
Questi ragazzi non hanno problemi cognitivi legati alla comprensione e, al di là dello studio, sono intelligenti, vivaci, socievoli e creativi.

venerdì 13 gennaio 2017

UNA METAFORA PER I DSA




UNA METAFORA PER I DSA
Come spiegare a un bambino le sue inaspettate difficoltà di apprendimento?
Chi vive o lavora con bambini che imparano in modo diverso, avrà purtroppo sentito questi bambini chiamare in causa la propria scarsa intelligenza e incompetenza per spiegare le proprie difficoltà...
“Sono meno intelligente degli altri”, “sono una frana”, “sono imbranato”, ma anche... “sono stupido”, “faccio schifo a scuola...”, “non capirò mai niente...”

La problematica è ovvia
quando non c'è ancora una diagnosi, e non si sa quindi che le difficoltà del bambino hanno un nome e delle caratteristiche precise. Ma anche quando il DSA è riconosciuto, spesso mancano le parole per spiegare in maniera comprensibile al bambino (e a se stessi) le sue caratteristiche diverse di apprendimento, i suoi lati deboli e i suoi punti di forza.
Poiché salvaguardare il benessere personale e il desiderio di imparare sono nostri (di genitori, insegnanti e specialisti) obiettivi fondamentali nei confronti di chi è in difficoltà, rendere pienamente comprensibile ai bambini cos'è un DSA e cosa comporta nella loro vita, diventa un punto di fondamentale importanza.

Una metafora per spiegare i DSA
La psicologa americana Ania Siwek ha sviluppato in anni di pratica professionale un modo semplice ed efficace di spiegare i DSA ai bambini, usando parole che possono essere capite e ricordate facilmente. Di seguito si indicano alcuni punti importanti da chiarire con il bambino. Il linguaggio è volutamente semplice, ma va adattato in base all'età del bambino. Di solito però non si parla di DSA prima della classe terza primaria.
Le metafore chiariscono il complesso funzionamento del cervello, in modo che anche i bambini possano capire cosa sono i DSA e come influiscono sul loro apprendimento.


Punto 1: Come si impara? Macchine, autostrade e garage
Spiegate al bambino che l'apprendimento "avviene" nel cervello... Il nostro mondo è pieno  di cose nuove e interessanti da sapere, che si chiamano informazioni. Le troviamo dappertutto: nei libri, in TV, nelle riviste, nelle parole delle altre persone, a scuola... Tutte queste informazioni, quando le ascoltiamo, vediamo, studiamo, "entrano" nel nostro cervello.
Le informazioni arrivano e si muovono nel cervello lungo dei percorsi simili alle autostrade. Nel cervello queste “autostrade” sono tante, vanno in direzioni diverse e sono percorse da tantissime macchine.
Queste specie di  macchine trasportano le informazioni verso le diverse zone del cervello e sono velocissime. Ogni zona del cervello riceve tipi diversi di informazione. E' come se nel cervello ci fossero dei garage per ogni tipo di cosa da imparare. Ad esempio, ci sono garage per le parole, per i numeri, per i nomi degli animali, e così via. Quando si impara una cosa nuova, una macchina trasporta quella informazione verso il suo garage privato. Quando vuoi ricordare una cosa che hai imparato tanto tempo fa, è come se una macchina andasse verso un garage, prendesse su l'informazione, e la trasportasse là dove serve.
Nelle autostrade del cervello, le informazioni possono viaggiare velocissime,  perché non ci sono semafori o altri ostacoli. Ci vuole meno di un secondo perché una macchina prenda l'informazione dal garage giusto e la porti a destinazione. Più veloce di un battito delle ciglia!

Punto 2: Una spiegazione di cosa significa avere un DSA
Quando si ha un DSA, alcune autostrade del cervello non sono così libere e veloci . E' un po' come se ci fosse una lunga coda di macchine. Non tutte le autostrade sono lente però, soltanto alcune.
Quando si è bloccati nel traffico, nessuno sa quando si arriverà. A volte la coda “si muove” veloce, altre volte è lentissima e ci vuole tantissimo tempo!
Avere un DSA è come avere una coda che rallenta moltissimo le autostrade che vanno e vengono dal garage della “lettura”, “scrittura” e “calcolo”. E' una seccatura e spesso ci fa stare male o arrabbiare. Prova a ricordare l'ultima volta che ti sei trovato bloccato in macchina in una coda... è stato divertente? Avresti voluto arrivare subito? Ti sei sentito arrabbiato, stanco, annoiato? A qualcuno invece non dà nessun fastidio, tanto alla fine si arriva, anche se dopo tanto tempo e fatica...Capisci ora perché ti senti in questo modo quando hai una difficoltà a scuola?
Questi rallentamenti causano tanti problemi. Quando si ha un DSA che si chiama dislessia, ci vuole molto più tempo e si fanno molti più errori degli altri quando si legge qualcosa. Infatti, c'è una lunga coda di macchine che viene e che va al garage delle lettere e delle parole, e tutto si muove lentamente.
Capita di confondere i suoni di alcune lettere “b” e “d”, a volte si tira a indovinare,  a volte si molla perché è troppo faticoso o perché si è stufi di sbagliare. Nella matematica, si possono confondere i segni delle operazioni e fare un'operazione con il “+” invece che con il “x”. Imparare a memoria le tabelline è difficile. Anche cercare di raccontare una storia può essere un problema a causa delle code che si formano in alcune autostrade del cervello. Le parole giuste non arrivano mai in tempo quando si parla e viene da dire sempre "eh" "cioè" "coso”, “cosa"...

Punto 3: Aiutare il bambino a capire che il suo potenziale è illimitato
Avere un DSA rende alcune cose ancora più difficili. Ma la cosa da ricordarsi sempre è che ci sono dei trucchi che si possono imparare per rendersi la vita più semplice. Un po' come trovare una "scorciatoia" per non dover perdere tempo nelle autostrade bloccate. Usare le scorciatoie aiuta le macchine a muoversi più velocemente!

Bisogna ricordarsi però che su queste scorciatoie, le cose non vanno sempre lisce. A volte prendere una scorciatoia porta velocemente dove bisogna andare, altre volte invece ci sono degli ostacoli che bisogna superare... Questo vuole dire che anche se si prende una scorciatoia mentre si scrive una parola difficile, si possono lo stesso fare degli errori. Ma di solito le scorcitoie funzionano benissimo e aiutano molto il traffico nel nostro cervello.
Un'altra cosa molto importante è che usando la stessa scorciatoia ogni volta, presto la conoscerai molto bene e eviterai tutti gli ostacoli. Così i compiti difficili faranno meno paura e ci saranno meno errori! Ricordati che per usare le scorciatoie bisogna essere anche un po' coraggiosi e creativi... ecco perché tra le persone che hanno disturbi dell'apprendimento ce ne sono tante che hanno creato e inventato cose nuove e bellissime con il loro modo “diverso” di pensare.
Nel tuo cervello non manca niente e tutto funziona. L'unica differenza tra il tuo cervello e quello di un bambino che non ha un disturbo dell'apprendimento sono le “code” che si formano in certe autostrade. E certe macchine ci mettono di più per raggiungere il proprio garage. Ma, alla fine, ci arrivano.

 

mercoledì 11 gennaio 2017

osservazione dsa scuola secondaria

Griglia osservativa per la rilevazione di prestazioni atipiche finalizzata al riconoscimento di situazioni a rischio di DSA
nella Scuola Secondaria di Primo e Secondo Grado
Da compilarsi a cura dei docenti








Istituzione scolastica ………………………………………………………………………………………………………………….

Alunno/a ……………………………………………………………………  Classe ……….  Sez. …………
Docente compilatore ………………………………………………………








Organizzazione

Sempre
Spesso
Qualche
Mai





volta








1.
Ha difficoltà a gestire il materiale scolastico (diario, quaderni, ….)












2.
Ha difficoltà nell’organizzazione del lavoro











3.
Ha difficoltà nell’organizzazione dello spazio del foglio per eseguire operazioni matematiche o compiti





scritti











4.
Ha difficoltà nell’esecuzione di esercizi da svolgere direttamente nel libro per presenza di poco spazio per





scrivere












5.
Ha bisogno che la consegna venga ripetuta più volte












6.
Ha risultati scolastici discontinui












7.
Mostra variabilità nei tempi di esecuzione delle attività (frettoloso o lento)













Griglia a cura di Annapaola Capuano, Franca Storace, Luciana Ventriglia




Comportamento


Sempre


Spesso


Qualche


Mai





















volta



















1.
Rispetta le regole in classe




























2.
Ha difficoltà a restare seduto, chiede spesso di uscire




























3.
Ha scarsa fiducia nelle proprie capacità (non ci riesco!)




























4.
Ha una consapevolezza inadeguata delle proprie capacità (so fare tutto!)




























5.
Mostra una scarsa tolleranza alla frustrazione




























6.
Dedica allo studio a casa un tempo eccessivo non congruente con lo scarso rendimento




























7.
Partecipa più attivamente in classe se non si tratta di leggere o scrivere




























8.
Ha bisogno di continui incoraggiamenti nell’affrontare un compito




























9.
Ha bisogno di indicazioni per organizzare le procedure di esecuzione di un compito




























10.
Sembra distratto, pigro o svogliato




























11.
Ha scarse capacità di concentrazione prolungata




























12.
Mostra facile stancabilità e lentezza nei tempi di recupero




























13.
Ha frequenti episodi di ansia da prestazione





























Griglia a cura di Annapaola Capuano, Franca Storace, Luciana Ventriglia


14.           Esiste discrepanza tra il suo rendimento scolastico e la sua capacità intellettiva

15.
La sua motivazione all’impegno è:
Scarsa
Sufficiente
Buona



Lettura
Sempre
Spesso
Qualche
Mai



volta


1.              Legge ad alta voce con poca espressione o intonazione

2.              Tende a sottrarsi alla richiesta di leggere a voce alta

3.              Legge lentamente ma in modo sostanzialmente corretto

4.              Ha difficoltà a decodificare parole complesse dal punto di vista fonologico

5.              La decifrazione avviene in modalità sub lessicale (lettura per sillabe)

6.              Tende a proseguire nella lettura anche se pronuncia parole che non esistono o che non sono coerenti al contesto

7.              Nella lettura a voce alta di un testo si avvale di anticipazioni di tipo semantico per cui commette errori di sostituzione morfologici o lessicali

8.              Quando legge si corregge da solo (torna indietro e rilegge più volte la stessa parola)

9.              Preferisce leggere silenziosamente

10.
Quando legge compie errori di:
Scambio di accenti


Anticipazione (cerca di intuire le parole o inventa parole simili  es:chissà/chiese)


Omissioni, aggiunte, inversioni (es: il-li,.)






Griglia a cura di Annapaola Capuano, Franca Storace, Luciana Ventriglia




Comprensione


Sempre


Spesso


Qualche


Mai





















volta
















1.
Ha difficoltà a comprendere il testo se legge ad alta voce




























2.
Ha difficoltà a comprendere testi continui, ma le sue prestazioni migliorano di fronte a testi non continui














grafici, (mappe, tabelle,…)




























3.
Ha buone prestazioni nei testi linguistico-iconici




























4.
Esiste una discrepanza tra comprensione di testi di lettura diretta o in modalità di ascolto




























5.
Ha maggiori difficoltà di comprensione del testo:





























Narrativo





























Espositivo





























Argomentativo




























6.
Comprende meglio se opera una lettura silenziosa o se qualcun altro legge per lui




























7.
Ha una comprensione da ascolto adeguata. Durante le spiegazioni del docente mostra di cogliere l’insieme














dei significati





























Scrittura


Sempre


Spesso


Qualche


Mai











volta



















1.
Quando scrive inverte l’ordine delle lettere e/o dei numeri




























2.
Dimentica di usare le lettere maiuscole all’inizio di frase o nei nomi propri




























Griglia a cura di Annapaola Capuano, Franca Storace, Luciana Ventriglia


3.
Ha difficoltà ad usare correttamente la punteggiatura










4.
Ha scarsa competenza di autocorrezione










5.
Nella scrittura sotto dettatura una stessa parola può essere usata a volte in modo corretto o sbagliato










6.
Non usa spontaneamente la scrittura per lo studio (non prende appunti, non inserisce note di spiegazioni





…)










7.
Ha difficoltà a scrivere sillabe complesse










8.
Ha difficoltà nella fase organizzativa di un testo scritto










9.
Ha difficoltà a comporre testi (personali, descrittivi, narrativi, argomentativi,…)










10.
Ha difficoltà nell’elaborazione di un riassunto che richiede il controllo simultaneo di più abilità










11.
Le produzioni scritte autonome risultano sintetiche, con lessico povero e struttura sintattica semplice (uso





di paratassi)










12.
Ha difficoltà a copiare dal libro o dalla lavagna (salta righe, lascia parole, riscrive lo stesso rigo…)










13.
Privilegia l’orale in cui mostra maggiore competenza










14.
Mostra lacune nelle conoscenze e competenze grammaticali










15.
Ha difficoltà nella realizzazione di figure geometriche










16.
Ha difficoltà nell’uso della squadra, compasso …











Griglia a cura di Annapaola Capuano, Franca Storace, Luciana Ventriglia


17.
Ha difficoltà di realizzazione e di regolarità del tratto grafico





























18.
Ha difficoltà nell’organizzare in colonna le operazioni aritmetiche





























19.
Nello scrivere la sua grafia cambia dai primi righi agli ultimi





























20.
Privilegia la scrittura in stampato






























21.
Utilizza caratteri diversi nella scrittura di una parola (scrittura allografica)




























22.
Compie errori:
□ fonologici (scambio di grafemi come b- p,b- d, f- v,
r-l, q-p, a-e, omissioni e aggiunte di lettere o sillabe,


inversioni)















□ non fonologici (fusioni /separazioni illegali, scambio di grafema omofono, omissione o aggiunta di h)




□ altri errori (omissioni e aggiunta di accenti; omissioni e aggiunta di doppie)
























Calcolo


Sempre


Spesso


Qualche


Mai












volta




















1.
Ha difficoltà a scrivere numeri lunghi e complessi




























2.
Ha difficoltà a scrivere i numeri che contengono lo zero




























3.
Ha difficoltà nell’enumerazione progressiva e/o regressiva





























4.
Ha difficoltà nel ricordare le tabelline





























5.
Ha difficoltà nell’algoritmo delle operazioni in colonna




























6.
Confonde tra loro gli algoritmi delle operazioni





























Griglia a cura di Annapaola Capuano, Franca Storace, Luciana Ventriglia


7.              Ha difficoltà nel compiere calcoli a mente

8.              Riesce intuitivamente a risolvere situazioni problematiche, individuando oralmente le operazioni da eseguire

9.
Compie errori di applicazione di:
formule
procedure
visuo-spaziali







Lingue straniere
Sempre
Spesso
Qualche
Mai




volta



1.              Rispetto alle altre discipline, si evidenziano particolari difficoltà nello studio delle lingue straniere

2.              Nell’approccio alla disciplina si mostra intollerante, insicuro, impacciato

3.              Organizza il lavoro con molta difficoltà e non porta a termini semplici consegne

4.            Attività di ascolto

a.     Durante le attività di ascolto si distrae facilmente

b.     Ha difficoltà a discriminare sonorità, schemi intonativi e a riconoscere qualche parola della lingua proposta

5.            Comprensione lingua orale

a.     Ha difficoltà nel comprendere la informazioni principali di un messaggio

b.     In un messaggio stenta ad individuare dati, relazioni, situazione comunicativa

6.            Comprensione lingua scritta

a.     Ha difficoltà a riconoscere elementi della lingua scritta, segni grafici, alfabeti

b.     Ha difficoltà ad individuare strutture note a livello lessicale e grammaticale e ad operare elementari confronti con la lingua materna
Griglia a cura di Annapaola Capuano, Franca Storace, Luciana Ventriglia


7.           Produzione lingua scritta

a.     Ha difficoltà con la corrispondenza grafema/fonema e a trascrivere correttamente le parole; ha un controllo grafico incerto

b.      Ha difficoltà a riprodurre le caratteristiche dell’impaginazione

c.      Ha difficoltà a comporre un semplice testo anche da modello o schema e ad eseguire esercizi a scelta multipla, di completamento, di corrispondenza tra immagini e didascalie, etc.

8.           Produzione lingua orale

a.      Ha difficoltà a riprodurre suoni e intonazioni

b.     Ha difficoltà ad utilizzare, anche in situazioni analoghe a quelle di presentazione, le strutture e il lessico che è riuscito ad imparare

c.      È impacciato nel ripetere espressioni colloquiali, soprattutto se deve farlo ad alta voce

d.     Ha difficoltà a memorizzare il lessico ( in particolare modo in sequenza, per es. giorni, mesi, numeri, colori,etc.), le regole grammaticali, le strutture linguistiche, la civiltà e/ la letteratura, anche se ripetute più volte
9.           Interazione orale

a.     Ha difficoltà ad interagire anche in conversazioni brevi e semplici su temi di interesse personale e quotidiano

Espressione orale
Sempre
Spesso
Qualche
Mai



volta


1.              Ha difficoltà ad usare il lessico specifico delle discipline

2.              Ha difficoltà nel trovare la parola adeguata al contesto anche in occasione di conversazioni informali

3.              Ha difficoltà di esposizione orale e di organizzazione del discorso (difficoltà nel riassumere dati ed argomenti)


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4.
Negli scambi comunicativi orali dimostra di avere adeguata
padronanza linguistica


























5.
Nelle discussioni collettive mostra una discrepanza tra vocabolario in comprensione rispetto a quello in













produzione





























Memoria


Sempre


Spesso


Qualche


Mai











volta



















1.
Ha difficoltà nel recuperare rapidamente dalla memoria informazioni e nozioni già acquisite e comprese,













cui consegue difficoltà e lentezza nell’esposizione durante le interrogazioni



























2.
Fa confusione o ha difficoltà nel ricordare nomi e date



























3.
Ha difficoltà nel ricordare e nominare le sequenze ( nome delle note musicali , di cui conosce però la











collocazione sul pentagramma..)

























4.
Ha difficoltà a memorizzare formule, tabelline, regole, strutture, sequenze e procedure






















5.
Ha difficoltà a memorizzare categorizzazioni, nomi dei tempi verbali, nomi delle strutture grammaticali













italiane e straniere




























6.
Ha difficoltà a ricordare istruzioni verbali complesse




























7.
Ha difficoltà a memorizzare poesie, canzoni,…





























La parte relativa alle Lingue straniere è stata curata dalla prof.ssa Sonia Cartosciello referente per Dislessia e DSA.








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Indicazioni per compilare la tabella di sintesi

Per favorire la compilazione della tabella di sintesi si consiglia di utilizzare gli stessi indicatori cromatici (rosso, giallo e verde) all’interno della griglia per il monitoraggio nello spazio destinato ai quattro parametri valutativi (sempre, spesso, qualche volta, mai).

Esempio:





























Griglia a cura di Annapaola Capuano, Franca Storace, Luciana Ventriglia





Tabella di sintesi


Profilo individuale dell’alunno

Aree di osservazione


Carente


Parziale e/o disorganica


Adeguata














Organizzazione























Comportamento























Lettura























Comprensione























Scrittura























Calcolo























Lingue straniere























Espressione orale























Memorizzazione





















Griglia a cura di Annapaola Capuano, Franca Storace, Luciana Ventriglia







Carente


Difficoltà significative nelle diverse aree comportano la necessità di percorsi didattici individualizzati mirati al loro recupero. Nel caso in cui si manifesti una “resistenza” all’intervento didattico, si consiglia di comunicare alla famiglia la natura delle difficoltà rilevate nonché il suggerimento di un approfondimento diagnostico. Si sottolinea che una “discrepanza”, una evidente disarmonia, tra i livelli raggiunti nelle abilità della lettura, della scrittura e del calcolo e le buone competenze cognitive (che si manifestano, ad esempio, in una corretta comprensione da ascolto, nella partecipazione propositiva alle conversazioni collettive) può essere considerata un indicatore di rischio di possibile presenza di DSA .

(Linee Guida per la predisposizione di protocolli regionali per l’individuazione precoce dei casi sospetti di DSA – 17 aprile 2013)

Parziale e/o disorganica


Nel caso in cui il possesso delle abilità risulti esistente ma parziale, è necessaria l’attivazione di un percorso didattico mirato a piccoli gruppo o a singoli bambini che vadano a potenziare le abilità carenti (es: laboratorio linguistico fonologico) volto al miglioramento dei processi deficitari. Con il monitoraggio si potrà verificare in itinere l’efficacia dei percorsi attivati.

(Linee Guida per la predisposizione di protocolli regionali per l’individuazione precoce dei casi sospetti di DSA – 17 aprile 2013)

Adeguata


Le abilità risultano adeguate all’età e al percorso formativo.







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